La pandemia degli infortuni sul lavoro... da casa

Il lavoro da casa può essere per molti un vantaggio: permette maggiore flessibilità oraria e una più facile organizzazione, e poter svolgere il proprio impiego tra le mura domestiche è indubbiamente positivo anche a livello psicologico, in quanto è considerato meno stressante. Tuttavia alcuni tra i chiropratici più accreditati al mondo stanno sollevando la questione della salute: una vita troppo sedentaria può infatti avere diverse conseguenze negative che non devono essere sottovalutate.

Effettivamente sono numerose le persone che a causa del cosiddetto 'smart working' hanno ultimamente segnalato dolori di diversa natura, soprattutto se in questi mesi si sono dedicate al lavoro in posizioni poco ergonomiche. L'utilizzo di un laptop ad esempio da una sedia troppo morbida (o troppo rigida), o da un divano che non garantisca schiena dritta e monitor all'altezza degli occhi, possono causare disagi come torcicollo, fitte insistenti ai polsi e fastidi alle spalle. E proprio a causa della grande diffusione di questo fenomeno, molti chiropratici segnalano il problema e avvertono di prestare maggiore attenzione alle condizioni in cui si decide di lavorare da casa. Non è infatti saggio prendere sotto gamba una situazione che si ripete ogni giorno, per molte ore ininterrotte. Infatti il 92% dei chiropratici (su duecentotredici intervistati) ha affermato che dall'inizio della crisi da Covid-19, che ha aperto le porte al tanto discusso smart working, sarebbero aumentati significativamente il numero di pazienti che si lamentano di dolori a collo e schiena, probabilmente dovuti alla posizione curva sullo schermo del pc durante le ore lavorative.

Ma perché accade questo? I motivi sono molteplici, primo fra tutti l'indeterminatezza della durata del lockdown: molti, all'inizio, si aspettavano di lavorare da casa per due settimane, e non per mesi interi, e hanno quindi sottovalutato il problema. Altri sicuramente non dispongono di una scrivania e una sedia che permettano loro di assumere una posizione corretta durante l'utilizzo del pc; altri ancora potrebbero avere un coniuge che lavora da casa, e che quindi reclama l'unico spazio libero che consenta il mantenimento di una posizione eretta. Le ipotesi sono molteplici, ma lo schema è chiaro: da un lieve disagio iniziale dovuto alle condizioni inadatte di lavoro, si è arrivati ad un vero e proprio 'infortunio da uso eccessivo', ovvero un problema di salute che deriva da un trauma ripetuto nel tempo. Non è da sottovalutare, inoltre, come il problema possa potenzialmente colpire anche gli studenti, visti i molteplici dubbi sulla riapertura di scuole e università.

Come risolvere il problema, quindi?

Fortunatamente non si tratta di una sfida invalicabile: per i possessori di un laptop saranno sufficienti poche accortezze. Prima di tutto bisogna procedere all'acquisto di una tastiera e di un mouse esterni, che eviteranno a chi li utilizza di assumere la classica posizione curva con le braccia verso l'interno. Poi, posizionare il pc su una pila di libri o un dispositivo di rialzo per far sì che il monitor si trovi all'altezza degli occhi, e assicurarsi che la sedia che si sta utilizzando permetta di appoggiare i piedi per terra. In alternativa ad una seduta troppo alta si può optare per uno sgabello, che se troppo basso può essere aggiustato con l'aggiunta di cuscini. In ogni caso, l'acquisto di una sedia da studio, di una scrivania dell'altezza corretta e di un ripiano stabile dove adagiare il monitor in modo che si trovi a quota occhi rappresenterebbe la scelta più semplice e oculata.

Esistono tuttavia anche altre soluzioni, questa volta gratuite: una corretta alternanza tra 'micro-interruzioni' e 'macro-interruzioni' durante il lavoro aiuterà a prevenire i disagi fisici sopracitati, se svolta correttamente. Il metodo giusto consisterebbe nell'impostare un timer ogni trenta minuti per le micro-interruzioni, allo scattare del quale il lavoratore dovrà correggere la propria posizione anche solo per pochi secondi. Queste verranno alternate a macro-pause da tre o cinque minuti, svolte almeno una volta all'ora, all'interno delle quali si andranno a distendere schiena e spalle. Infine è fondamentale un allenamento quotidiano di almeno trenta minuti, che può essere svolto anche solo con una passeggiata.